PREMESSA
La notte del 12 settembre
1983 il fantasma di Jack Football (inventore dell’omonimo gioco) apparve a
Claudio il Secco e gli disse: “Va e fonda una grande squadra: il Pacco De’ Martinelli!”.
Claudio al risveglio si pose
due domande angosciose.
1. Dove devo andare?
2. Dove li trovo dei giocatori
per fondare una grande squadra.
Nell’attesa di una valida
ispirazione, cominciò con l’andare al cesso.
Quando finì (tre giorni
dopo) telefonò a Platini e Maradona, ma siccome erano
sempre occupati, si ruppe le scatole e pronunciò la famosa frase “Nondum maturi sunt”.
Decise così di contattare un
piccolo gruppo di aspiranti fuoriclasse e li mise sotto contratto.
In breve il Pacco divenne
uno squadrone imbattibile con un gioco spumeggiante e spettacolare. Si
confrontò con le migliori formazioni del mondo (Spazzini, Poliziotti, Avvocati
e molte altre) ed in breve entrò nella leggenda, vincendo trofei prestigiosi
come la Coppa Disciplina nel torneo Ottica Vedere.
Fu un crescendo rossiniano; dopo quel primo trionfo il Pacco vinse numerosi
campionati e conquistò 4 Divus Cup.
Molti sono stati i giocatori
che hanno vestito i colori biancorossi, ma alcuni nomi sono rimasti nel cuore
(e talvolta anche sullo stomaco) alla tifoseria.
Come dimenticare fuoriclasse
del calibro di Claudio, lo Stinco di Dio; Carlo Shirley,
il Pazzo, Marco, Culo di Pietra; Evio il Renè dei Poveri;
Divus il Divino, Enrico, la Mela Freddolosa; Petrilli, il Destro di Pinocchio o Pablo,
la Roccia Vagante.
Il Pacco negli anni fece
scuola, adottando un modulo, ancora oggi insuperato, che i cronisti tedeschi
definirono katenakkio e che, adattandosi al numero
dei giocatori in campo, fu di volta in volta un 1-4-0-0 oppure un 1-5-0-0 o
ancora un 1-6-0-0 o eccezionalmente un 1-10-0-0.
Le squadre avversarie, rese
ebbre dal fatto che potevano avanzare fino ai limiti dell’area avversaria senza
praticamente incontrare alcuna resistenza, caddero spesso nel trappolone teso dall’allenatore del Pacco (il mitico Trip) e
lasciarono immense praterie per i micidiali e spesso letali contropiedi dei
nostri ragazzi.
Così, nonostante un 98% medio
di possesso palla, gli avversari finirono spesso col soccombere.
POSTMESSA
Ed eccoci arrivati ai nostri
giorni e più precisamente al 6 settembre 2003 quando il Pacco è stato chiamato
ad affrontare la temibile selezione dei ricchissimi Rivier
Paperons.
Dal nostro inviato
La partita si è svolta nello
splendido impianto del “Luis Silvio” di Pontecurone davanti alla solita cornice di pubblico
straripante.
Vista la concomitanza col
periodo feriale, il selezionatore Toso si è trovato di fronte alla necessità di
convocare molte riserve e di ripescare addirittura qualche elemento dalla
squadra Terza Età.
Il Pacco è dunque sceso in
campo con la seguente formazione:
1. Thore Andre
Flo
2. Ciuccio Bu
3. Divino
4. Jibellu
5. Toso
6. Gentile
7. Cus’è
In panchina si è
inizialmente accomodato (o meglio stravaccato) il vecchio ed inossidabile Francardelli sotto lo sguardo compassionevole del
massaggiatore Marina e del preparatore atletico Silvia.
Poco prima dell’inizio del
match Toso, rivolgendosi all’anziano difensore, ha detto: “preparati che tanto Cus’è si farà male dopo 10 minuti”.
La partita è iniziata sotto
ottimi auspici tanto che dopo 7 minuti il Pacco conduceva già per due a zero
grazie ad un autogollonzo degli avversari e ad un gol
di Cus’è al termine di una brillante e tambureggiante
azione Divino, Toso, Gentile con assist di quest’ultimo.
Poi, dopo 9 minuti e 59
secondi, puntuale come il 740, si è avverata la profezia di Toso. Cus’è, durante uno scatto convulso si accasciato al suolo
per non rialzarsi più. Increduli, gli altri giocatori del Pacco si sono rivolti
alla panchina dove Francardelli (detto Barbaccia il Talebano) stava comodamente mangiando un panino con
pecorino e prosciutto piccante.
Ingollando l’ultimo boccone,
l’arcigno difensore è entrato in campo tra la perplessità dei tifosi che si
chiedevano se il fatto di giocare avrebbe potuto nuocere alla salute del feto.
Comunque sia, la partita è ripresa
a gran ritmo con i Paperons all’attacco ed il Pacco
ad attuare il famoso katenakkio.
Al 20’ Gentile appostato al
limite dell’area, fingeva un retropassaggio per un
compagno smarcato; poi temendo che la partita potesse chiudersi troppo presto,
decideva con grande sportività di passare la palla al portiere avversario;
quest’ultimo purtroppo, intento a scaccolarsi, non si avvedeva della sfera, la
quale rantolando terminava la sua corsa in fondo al sacco.
Tre a zero e palla al
centro.
La reazione degli avversari
è rabbiosa e la porta di Flo viene assaltata da ogni
parte per tutto il resto del tempo. Si gioca praticamente ad una porta e batti
che ti ribatti i Paperons accorciano le distanze con
lo Zio Pino in mischia: partita riaperta
Subito dopo capita un fatto
che sul momento sembra poter cambiare le sorti della partita (nessuno sa in che
senso): tentando un rinvio al volo, Francardelli
colpisce in pieno un vuoto d’aria e si stira il polpaccio. Per fortuna l’incidente
non è grave (l’ecografia ha subito escluso qualsiasi danno al bambino), ma
Barbaccia è costretto ad andare in porta. Tore Andre Flo va a fare il centravanti: questa è duttilità tattica!!!
I tifosi trattengono il
fiato (e lo faranno fino alla fine), anche perchè al
primo tiro in porta il Francardelli urla atterrito “OH
MERDA!!!” ed abbranca per miracolo la sfera.
Il Pacco non fa una piega e
siccome “tattica che vince non si cambia” l’assedio ricomincia. Il katenakkio non tarda però a dare i suoi frutti: a due
minuti dal termine, mentre il più arretrato degli avversari si trova sul
dischetto della nostra area di rigore, parte il contropiede più lento della
storia; ma siccome Tore Andre Flo
ha 70 metri di vantaggio sui difensori, può aspettare con calma l’uscita del
portiere ed uccellarlo con un tocco tutt’altro che irresistibile.
Il fischio dell’arbitro
viene accolto con grande sollievo dai nostri ragazzi che subito dopo crollano
al suolo semi svenuti lasciando intendere al pubblico come la partita non possa
affatto considerarsi chiusa.
Ed infatti, all’inizio del
secondo tempo, comincia Fort Apache. Il Pacco soffre;
non riesce neppure ad uscire dalla propria area di rigore, al punto che il
portiere dei Paperons si mette a fare una grigliata
mista offrendola al pubblico presente.
La difesa dei biancorossi
trema e se non fosse per il Divino, che dipintosi il volto, mena fendenti come Braveheart, i gol si conterebbero a decinaia.
Ma qui, proprio sul più
bello accade o’miracolo!!!
Quando sembra che ormai i
nemici debbano avere la meglio, si scatena Francardelli.
Trasformatosi in Capitan Barbaccia, il dottore in dottore comincia a volare da
un palo all’altro, parando tutto quello che respira comprese le teste del
Divino e di Gentile, scambiate per due Tango Adidas.
Gli avversari ci provano da
ogni posizione, ma c’è sempre qualcosa che impedisce alla palla di entrare
(qualche becero ignorante ci accusa addirittura di avere culo).
A tutto, però, c’è un limite
e dopo 25 minuti passati a tre metri dalla porta, i Paperons
riescono in tre minuti ad accorciare le distanze, portandosi sul 4 a 3.
Il Pacco sembra spacciato,
ma siccome i biancorossi hanno più conigli che cilindri, ecco che si
materializza un altro miracolo. Gentile si sveglia dal riposino proprio mentre
sta arrivando una palla invitante crossata da Jibellu;
il nostro trequartista decide di sgranchirsi le gambe
ed involontariamente colpisce al volo il pallone infilandolo all’incrocio dei
pali: 5 a 3.
I Paperons
stentano a crederci, ma sono nuovamente sotto di due gol; e ricomincia l’assalto
a Forte Pacco.
A 10 minuti dal termine gli
sforzi degli avversari sono ripagati dal gol del 5 a 4: neppure Capitan Barbaccia può nulla contro la staffilata dal limite che si
insacca a fil di palo.
L’ultima parte del match assume
i contorni dello scontro epico; i nostri giocatori attaccati da ogni parte non
cedono un metro e ribattono colpo su colpo in attesa del fischio finale. La
sofferenza si taglia col coltello e siccome è noto che i Saggi non amino
soffrire (soprattutto vicino all’ora di pranzo), tocca ai due più
rappresentativi in campo stroncare le ultime velleità dei Paperons.
Francardelli esce in presa plastica (nel
senso che ormai ha raggiunto la stessa rigidità di Big Jim
prima versione) e di controbalzo fa un lancio di 30
metri proprio sui piedi di Gentile, completamente libero (sul punto i tifosi
sono divisi: c’è chi dice che Gentile si sia astutamente liberato dall’ossessiva
marcatura dei difensori avversari; chi invece sostiene che il talentuoso centrocampista del Pacco stesse ancora rientrando
dopo aver segnato il gol precedente).
Fatto sta che Gentile
attende l’uscita del portiere e con un pallonetto che neanche se vive tre volte
gli riesce più, manda la palla in fondo al sacco fissando il punteggio sul 6 a
4.
Il gol di Toso dopo un altro
splendido contropiede è solo la ciliegina sulla torta.
Il Pacco esce tra le
ovazioni del pubblico e qui accade l’ennesimo miracolo della giornata: la più fica delle donne presenti chiede di conoscere Gentile per
complimentarsi per la sua splendida prestazione e per …. ma questa è un’altra
storia ragazzi e lo spazio a mia disposizione è terminato.
Cornucopio
Tiscardi
P.S. Se venite al bar ve lo
racconto!