4 AGOSTO          2 giorno

 

Barbaccia            “ Evio che cosa sara’ quella?

Evio                       “ La costa albanese”

( anni dopo la frase sarebbe stata)

                               assolutamente la costa Albanese

Luca                      hai ragione non può essere che la costa albanese

Questo geografico dialogo avveniva poco dopo l’alba a bordo del traghetto che ci stava portando in Grecia.

Rileggendo dopo anni il diario della vacanza mi sono reso conto dell’assurdita’ delle nostro elucubrazioni geografiche.

La costa in oggetto era a meno di 300 metri di distanza dal traghetto ed essendo l’Albania, in quegli anni, uno stato per cosi’ dire CHIUSO, se realmente ci fossimo trovati a 300 metri dalle coste albanesi voleva dire che la marina da guerra albanese ci aveva fatto prigionieri.

Non essendo questo il nostro caso voleva semplicemente dire che la terra in vista era la Grecia !!!!!

Mattinata d’ozio, chiacchere e pennica !!!

Insomma noia fino all’ora di pranzo.

Verso le 12 si iniziammo a sentire un odorino di carne alla griglia che risvegliò in noi ataviche sensazioni di fame.La sera prima avevamo speso l’equivalente di tre giorni di sopravvivenza in terra straniera e quindi logica voleva che saltassimo il pranzo.

Questo e’ il ragionamento che avremmo dovuto fare ma, la giovane eta’ e soprattutto il fatto che la digestione a quei tempi era perfetta ci avevano condotti ad un bisogno impellente di CIBO.

Io e Guido ci avviammo verso la cassa e scoprimmo come l’hamburger costasse 200 dracme. Veloce trasferimento del costo in lire e il risultato fu 560 lire.

Maremma, “ oh ragazzi 560 lire per un hamburger, io ne compro 50

Corsa al ristorante e quando fummo in loco il buon Marco ( che non per niente da grande farà l’ingegnere) notò che ci eravamo dimenticati uno zero e che quindi il presso era di 5600 lire   Cazzo !!

Tutti, tranne me e Guido, decisero di desistere e di implorare il buon Dio Pannella di assisterli nel digiuno forzato.

Come dicevo Guido e il sottoscritto decisero di indebitarsi ma di mangiare il panino.

Forse eravamo i piu’ deboli nello spirito, sicuramente non i più ricchi ma decidemmo comunque di andare nel culo alla fame e di saziarci ( si fa per dire ve lo figurate un hamburger nello stomaco di un ventenne che effetto che fa? )

Il resto del pomeriggio venne dedicato a pianificazione di progetti piperecci e  scherzi di vario genere di cui fu oggetto più e più volte Sandrino  .

Che atmosfera si respirava, effervescente e’ dir poco. Eravamo veramente felici di intraprendere questa vacanza assieme. Per me tra l’altro era la prima volta con i Saggi ed ero “ cardo come un fegatello”.

A ripensarci oggi mi faccio quasi tenerezza.

24 anni

Esperienze, nel mondo esterno alla mia sfera di amici e parenti ,molto scarse

Voglia di prendere per il culo il mondo e, terrore che il mondo prendesse per il culo me

Totale fiducia negli amici che mi circondavano ( unico sentimento rimastomi addosso ora che di anni ne ho 48)

Completa fiducia nei miei mezzi; nessun dubbio su cio’ che volevo;  molti dubbi sui mezzi con cui riuscirci.

Insomma penso un quadro del tutto comune a molti giovani in quegli anni.

Ma ora bando alle considerazioni personali e continuiamo il racconto.

Dunque eravamo rimasti al primo pomeriggio; ma come tutti i primi pomeriggi fu seguito da una secondo pomeriggio. Sbarcammo a Patrasso e montammo su un pullman ancora più “ vissuto” di quello italiano.

L’aria condizionata era optional non compreso e quindi patimmo durante il viaggio un caldo bestiale ma, in compenso, potemmo ammirare la campagna greca e il canale  di Corinto .

Appena passato il ponte sul canale il pullmanopulos ( nome greco dei pullman) si fermo’ ad una area di servizio dotata di ristorante.

Tutti, tranne me e Guido ( ancora feriti nel portafoglio) si proiettarono , speranzosi che i prezzi in Grecia fossero realmente più bassi di quelli italiani, dentro all’edificio da cui proveniva un meraviglioso odore di roba mangereccia.

Noi due fuori ad aspettarli.  I nostri amici non tornavano e allora anche noi entrammo e.. E sorpresa, ci venne incontro Evio che farnetica di panini, scontrini non ritirati, ripanini.

Insomma per farla breve si faceva lo scontrino per un panino, ci si recava al banco, si prendeva il panino ma l’addetto alla consegna non ritirava lo scontrino ne lo strappava.

E allora altro giro, altro panino.

In conclusione con poco piu’ di 500 lire ci abbuffammo a più non posso ( e a quei tempi quando si diceva di abbuffarsi si mangiava  veramente come lotri).

Finalmente sazi !!!! Pullmanopulos e Parkalò  Parakalà ……..       ATENE.

Arrivammo nelle prime ore della serata ( che come potete capire da sempre segue il secondo pomeriggio).

Appena scesi dal vetusto automezzo fummo circondati da una torma di persone che offrivano ai turisti comode sistemazioni in albergo. Noi preoccupati di non capire bene il costo del pernottamento rimanemmo indietro al gruppo e quando ormai tutti erano andati via ci mettemmo a contrattare un giaciglio con un palle greco che ci prometteva le sette meraviglie.

Scettici ci recammo in via Amalia all’Adam Hotel.

Niente da dire da fuori un alberghetto consono alle nostre tasche, Guido e Marco ( gli interpreti del gruppo) entrarono dentro e dopo vari giri di parole quali

Ma che cazzo ha detto?”

“ Bono, parla piu’ piano che un tu capisco”

“ Oh muso di cantero quanto tu vuoi

Riuscirono a strappare una sistemazione a prezzo politico.

Veloce conciliabolo per esporre al gruppo l’accordo.

Attico solo per noi, due stanze da letto per totali tre posti letto, un bagno e una terrazza su cui i meno fortunati avrebbero dormito nei sacchi a pelo.

OK il prezzo e’ giusto e saliamo.

Quando arrivammo in cima rimanemmo tutti sbalorditi.

Le due stanza da letto erano a posto, pulite anche se non particolarmente spaziose.

Ma era la terrazza su cui una parte del gruppo avrebbe dormito che era una meraviglia. Vista sull’Acropoli e sul quartiere che circonda il sito archeologico.

Il quartiere prende il nome di La Placa ed e’ una meraviglia. Non sto’ a descriverlo tanto ci siamo stati e quindi non perdo tempo.

Tirammo a sorte i fortunati che per la prima notte avrebbero dormito nei letti e poi via a cena.

Affascinati dal quartiere che ci circonda capitammo in una splendida piazzetta ricca di ristoranti all’aperto. Ebbri di ottimismo per la buona sorte all’albergo ci infilammo dentro al primo che trovammo senza guardare i prezzi. E mal ce ne incolse.

Finita la cena, che non ricordo come andò, inizio’ la prima discussione accesa ( eufemismo per dire che litigammo ben bene) per quanto riguardava la divisione del conto.

Giustamente chi aveva mangiato meno voleva dividere in base al costo della consumazione mentre altri, e guarda caso chi avrebbe speso di più, voleva dividere equamente in quanti eravamo.

Insomma primo scazzo e ritorno all’albergo. Nella via che menava al giaciglio, che ormai necessitava, il buon Evio di diresse a un frigobar annesso a un chiosco da giornalaio, uno di quelli dove in  Italia si tengono i gelati e le bevande. Provo’ ad aprirlo e meraviglia ILLO si aprì.

Incetta di lattine di birra coca limonata chinotto e quant’altro, Insomma una vera e propria spesa  proletaria.

Gli animi si rasserenarono immediatamente in quanto

Costo del ristorante + costo ( teorico) delle lattine = un affare

Terrazza, sacco a pelo, preghiera della sera e    

  buonanotte amici