5 AGOSTO          GIOVEDI              3 GIORNO

 

Il successivo mattino ateniese iniziò particolarmente presto per me.

Abituato al buio totale in camere da letto vi lascio immaginare l’effetto che fecero i primi raggi di sole sul mio stato narcolettico.

Non tutto il male viene per nuocere. Il mattino ha l’oro in bocca  dicevano i nostri padri latini ed a me piu’ che l’oro il mattino porto’ una lauta colazione effettuata con il residuo dei biscotti, birra e coca cola razziati la notte precedente.

Comunque bellissima esperienza. Mentre i miei amici dormivano potei osservare  come si svegliava Atene. Il caos del giorno prima era sostituito da un rumore ovattato e da una piacevolissima sensazione di fresco sulla mia allora giovane pelle.

Il quartiere della Placa sottostante era pieno di colori e a quell’ora anche di odori a me in parte sconosciuti.

Lentamente il Tinacci Group iniziò ad uscire dal letargo notturno e, mano a mano che qualcuno si svegliava, la colazione era sempre piu’ parca in quanto a quel tempo non e’ che avessimo molto chiaro il concetto di rispetto per le necessita’ altrui.

Il primo e imperativo bisogno era saziarsi e se poi avanzava poco o nulla per gli altri …… Cazzi loro avevano ad alzarsi prima !!!!

Tutti pronti?  E allora  ATENE ARRIVIAMO !!!

Prima tappa “ Banca dell’ Attica” per cambiare i travel cheque e stranamente non veniamo presi per il collo, anzi il cambio e’ più favorevole che in Italia e quindi felici e contenti ci dirigiamo verso il museo archeologico nazionale. Al nostro ingresso il bigliettaio ci gratifica anche con un omaggio al nostro paese.

Mentre sta’ staccando i biglietti e incassando le dracme generosamente offerte dalla nostra fame culturale ci intrattiene con una litania a noi particolarmente cara  soprattutto perche’ dietro a noi c’era un gruppo di unni .

Ricordatevi  era  il 1983)

Zoff. Gentile, Cabrini, Oriali, Collovati …………

Che goduria poter inneggiare ad ogni nome pronunciato , anzi storpiato dall’amabile discendente degli Achei. Clima da curva Sud per capirsi.

Il  Museo?  Una cacata pazzesca !

Usciamo e dopo un veloce spuntino andiamo a fare il biglietto per Skiatos.

20.000 dracme e via, nelle nostre tasche il passaporto per godere come ricci .

Non era solo un biglietto.

 Era il viatico per un avventura che tutti noi aspettavamo da mesi, per giornate di relax, cazzeggiamenti, divertimento e tanto tanto sesso.

Al ritorno in albergo il mio diario riporta che ci dedicammo a scrivere le cartoline per i nostri cari. Quella che ci “ garbo’ parecchio” fu quella che spedimmo ( dopo vedremo come andò)  a Beatrice ( che la da ma non lo dice) .

Il soggetto era una statua ellenistica del periodo classico raffigurante un giovane atleta che probabilmente si stava preparando per qualche gara olimpica. Sicuramente una moltitudine di critici e esperti di storia dell’arte ci avrebbero potuto spiegare come mai avevamo scelto proprio quella per spedire alla gentile donzella.

Per quanto ci riguarda l’ avevamo scelta  perche’ il giovine raffigurato aveva una nerchia spropositata e quindi come soggetto prestava il fianco a battute di vario genere che regolarmente vennero messe per scritto sul retro della cartolina.

Voi, che non ci conoscete non giudicateci troppo male.

Eravamo giovani e spensierati. Molti anche sfigati ( due soli di noi avevano una relazione fissa)  ed eravamo portati a esagerare un tantinello negli apprezzamenti al gentil sesso. Nel tempo saremmo cambiati e gli anni maturi ci avrebbero portato a giudicare l’altro sesso in maniera diversa, ma PARECCHIO diversa !!!! a buon intenditore poche parole.

Continua la giornata culturale con visita all’acropoli.

Per arrivare all’ingresso della zona monumentale posta in alto ( la vera e proprio acropoli per capirsi) scoprimmo il quartiere che ci circondava.

Come ho detto prima il suo nome e’ La Placa ed e’ bellissimo. Composto da un intrigo di stradine, scalinate e viuzze che si snodano senza un apparente senso logico. Si interescano più e più volte tra loro creando degli scorci incredibilmente suggestivi. I muri delle case intonacati a calce, di un abbagliante color bianco, creavano un gioco di luci e ombre interrotto da porte e finestre in legno pitturati a vivaci colori.

In alcune zone del quartiere non si vedeva nessuno e la pace surreale ci induceva a parlare a bassa voce ( ma ve lo figurate NOI ! che parliamo a bassa voce? Doveva proprio essere una meraviglia di posto!

In altre zone invece ferveva una vita anche troppo caotica; scoprimmo anche un mercatino di cacate turistiche che si sviluppava per queste stradine, un vero casino!!

Arrivimmo in vetta all’acropoli e mentre ci accingvamo  a pagare l’obolo per gli orfani dei custodi  dell’area monumentale ci  venne detto che:

l’ingresso costava 150 dracme

Che l’area chiudeva tra 15 minuti.

PARTENONE DEVE ESSERE….. E CHE PARTENONE SIA !!!!!  Avrebbe detto anni dopo Evio

Nonostante la chiara inculata pagammo e, resi forti dal diritto di chi ha pagato, ci lanciammo verso i famosissimi monumenti.

La Propilaia ? ( nonostante il nome NON  e’ una limonaia greca)  Ci importa una sega si deve vedere il Partenone

Il tempio delle cariatidi? Ci importa una sega si deve vedere il Partenone

Il tempio di NiKe ? ( niente pubblicita’)  Ci importa una sega si deve vedere il Partenone

E alla fine, buon ultimo eccolo, 

le sue colonne svettano verso il cielo azzurro, Maestose, imponenti, secolari.

Secoli di storia ci guardano, stiamo calpestando terreno sacro probabilmente calpestato anche da Socrate e Platone. Anni di studio si affollano nei nostri cervelli .

Cosa dire davanti a questa testimonianza sì famosa e sì grandiosa?

UNA CACATA PAZZESCA !!!!!

Capisco che il mio sia un giudizio un po’ duro e sicuramente in controtendenza rispetto al comune sentire ma, l’aria di trascuratezza e sciatteria che emergeva dalle vestigia, mi e’ rimasta impressa sino ad oggi.

Giornata culturale molto deludente, e come tale da non ripetere assolutamente. Decidemmo che i pochi soldi  che avevamo sarebbero stati investiti per pascere il corpo e non la mente. Come eravamo materialisti.

Ritorno in albergo e preparativi per la serata.

Prima della cena ci dedicammo a quello che per molti di noi sarà l’incubo ricorrente delle vacanze.

TELEFONATA A CASA !!!!

Giustamente i nostri genitori volevano essere informati sul nostro stato di salute; ingiustamente volevano che fossimo noi di persona a parlare con loro obbligandoci a file estenuanti dal giornalaio.

Si, avete capito bene dal giornalaio,  e che ci sarà di così strano?

Ad Atene per telefonare si andava dal giornalaio !!!

Le strade erano piene di questi baracchini che facevano da edicola, rivendita bibite e biscotti, posto ristoro con ombrellone e cabina telefonica. Visto che il riuscire a prendere la linea per l’estero non era cosa facile le file di futuri chiamanti erano numerose e per passare il tempo il gestore metteva a disposizione generi di conforto e riviste usate. 

Cenammo in un pub inglese.

INGLESE ??????  diranno i miei piccoli lettori? Ma non eravate ad Atene?

Appunto se era una bettola greca che lo scrivevo a fare. E invece ( lo so che non si iniziano i discorsi con una E ma a me che me frega) un pub inglese immerso nel quartiere più tipico di Atene e’ quantomeno singolare.

Cena e interminabili partite a freccette in puro stile England e poi tutti alla torre di Londra. Macche’ tutti a letto !!!!!

E senza saperlo mi stavo avviando verso la storia anzi LA STORIA tutta maiuscola.

 Come al solito, i momenti storici si presentano improvvisamente; mai preannunciati da eventi o atmosfere che farebbero presagire che stai per vivere uno di quegli avvenimenti della tua vita che porterai sempre con te e che ti verra’ a tenere compagnia qualche sera che stenti a dormire. 

La vita, almeno la mia, e’ ricca di questi momenti e molti di essi sono stati vissuti con voi; ringrazio la buona stella che mi ha permesso di poterli vivere a pieno. Sono una fonte di bellissimi ricordi che spero di tutto cuore anche mia figlia Silvia possa avere nella sua vita.

Comunque siamo a letto. Evio e il sottoscritto a letto nel vero senso letterario. Avevamo vinto la lotteria serale e toccava a noi dormire con un  tetto sopra le teste.

Due discorsi, la buonanotte e poi…..

Mi accorgo che anche Evio, come me, sta pregando. Tutti e due rimaniamo sorpresi che anche l’altro renda gloria a Dio per la giornata trascorsa. Oddio non prendeteci per dei fan di Benedetto XVI ma l’abitudine della preghiera serale era ed e’ un modo, almeno per me, di regolare i conti con nostro Signore.

La comunanza spirituale ci spinse ad intraprendere strane vie discorsive e passati pochi secondi iniziò un turbinio di confidenze, considerazioni riflessioni estremamente surreali e in quanto tali fonte di un divertimento folle. Ci stavamo scompisciando dalle risate, avevamo le lacrime agli occhi quando entrarono in camera da letto anche gli altri, preoccupati dal rumore che facevamo io e il bitorzoluto genovese.

Tutti tranne Guido, che aveva vinto il posto letto singolo e se la stava ronfando alla grande ( LUI era venuto per riposarsi)

Ormai svegli e pimpanti decidemmo di fare quello che da sempre ci e’ riuscito benissimo ROMPERE I COGLIONI. E nel caso visto che l’unico che probabilmente dormiva era Guido ci venne spontaneo di romperli a lui.

Unire l’utile al dilettevole , ecco un modo razionale di impiegare il tempo e allora …. 

Rompiamo i coglioni a Guido ( il dilettevole ) mandandogli Sandrino a raccontare una cazzata , almeno i Babbo si incazza e tonfa Sandrino ( l’utile)”

Tentammo di convincere  l’essere di Fibbiana a svegliare l’ignaro Guido per dirgli che la mattina dopo ci saremmo alzati presto e che, di conseguenza, era bene che Guido si addormentasse in fretta.

La cazzate era grossa e perfino Sandrino si accorse che, forse non era il caso di dare seguito all’idea.

Ma ormai  il dado era tratto e bisognava svegliare il povero giovane. Io, Evio e Marco ci trasformammo in zanzare e insinuatici nella camera  guidoniana iniziammo a fare quello che fanno tutte le zanzare che si rispettano.

Ronzammo vicino agli orecchi, pungemmo con il nostro pungiglione i polpacci e scompigliammo con le nostre ali eteree i capelli che ancora adornavano la testona di colui che dopo pochi anni sara’ il monumento vivente al capello perduto.

Guidone, come tutti , rispose al fastidio procuratogli dalle zanzare nell’unico modo con cui un vero uomo risponde a siffatti attentati al proprio sonno.

Alzatosi  dal giaciglio  e afferrato il cappellino ( si fa per dire c’entrava almeno 5 chili di patate) con faccia burbera, anzi parecchio incazzata ci fulmino’ con uno sguardo e usci’ dalla stanza.

maremma maiala, s’è proprio incazzato” pensò ognuno di noi

ci importa una bella segaripenso’ ognuno di noi.

Per passare il tempo ed aspettare che il nostro amico, sbollita la rabbia rientrasse in albergo, decidemmo di proseguire nel nostro intento.

Insomma per farla breve obbligammo il buon Sandrino a immergersi  nella vasca da bagno, ricolma di acqua, per farci dare una lezione di pesca subacquea. Ricordo ancora l’espressione  di Sandrino, seminascosta dalla maschera da sub adornata di un enorme boccaglio , mentre tentava di spiegarci che No, non ce la faceva proprio a fare snorkeling nella vasca da bagno e che tutte le volte che gli infilavamo il capo sotto il pelo dell’acqua non bisognava tappare quel tubo che fuoriusciva altrimenti lui non respirava… poverino.

“ oh ragazzi, ma Guidone quando torna?”

Il prolungarsi dell’assenza del nostro amico iniziava a farsi preoccupante.

Furono fatte le peggio congetture.  L’assenza di colui che veniva considerato il capogruppo ci lasciava perplessi e con il passare del tempo preoccupati.

Era ormai notte fonda e di capotondo nessun segno. Rassegnati ad una rottura del gruppo ancor prima che iniziassero le vacanze ci accingemmo a coricarsi quando uno di noi tornò ad avvisare gli altri.

Nessun problema Guidone stava ronfando in terrazza. Per quella notte un letto rimase inutilizzato.

Gia’!!!!

 chi aveva il coraggioo di occuparlo con il rischio che Guidone si svegliasse e trovasse il suo legittimo giaciglio occupato abusivamente da qualcuno di noi. Scherzare va bene ma rischiare la pelle non c’e’ mai piaciuto !

A domani …..