6 AGOSTO Sabato quarto giorno
E’ il giorno che tutti aspettiamo. E’ il giorno che ci imbarcheremo per la TOPA, ops che ci imbarcheremo per Skiatos.
Il risveglio ci presento’ un Guidone in forma e riappacificato con il mondo. Talmente in pace con se stesso che decise di recarsi al mercatino della Placa per comperare un pensiero all’allora regina del suo cuore.
Il fatto che sia sabato e’ importante in quanto, pur essendo ancora in possesso di una congrua riserva aurea, questa è immobilizzata in travel cheque ed essendo giorno prefestivo le banche sono chiuse.
Come al solito i conti non erano il nostro forte e quindi ci trovavamo con pochi spiccioli in tasca.
Pensammo, tranquillizzandoci , che i’ babbo avendo cambiato molte piu’ dracme di noi ci avrebbe potuto aiutare finanziariamente pena interessi che farebbero impallidire gli odierni usurai.
Mattinata a bighellonare, pianificare, sognare. Arriva l’ora di pranzo e assieme arriva anche Guidone.
“Maremma ragazzi, che regalone ho
fatto!!! Ho speso un capitale ma ne valeva la pena. A proposito ho finito tutto
avete qualcosa da imprestarmi?”
“IMPRESTARTI !!!!!”
La raggelante realtà di essere poveri in canna si materializzò davanti ai nostri occhi.
“Ma che cazzo gli hai comperato alla scozzese ??”
“Un vestito stile ellenico, un
amore ma costava una cifra. Perchè qualche problema?”
“Quando ti viene fame te ne accorgi del problema”
“Ma io ho già FAME !!!!!”
“E allora ti attacchi al cazzo perche’
anche noi siamo al verde o quasi.”
Consci della triste realtà ci mettiamo a cercare un locale che ci fornisca cibo a bassissimo prezzo e lo troviamo in una specie di tavola calda che cucina souvlaki e delle piadine ripiene che noi ribattezziamo immediatamente Merdakis.
Ottime e anche a prezzo sostenibile.
GNAMM, SLURP, GNAMM, BURB…
“Maremma erano proprio buoni, ne
prendiamo altri ?”
Veloce conta di tutti gli spiccioli che ci rimangono e la somma ci permette di poter acquistare 1 souvlaki e 1 birra da dividere tra tutti.
“Sandrino
vai ad ordinare !!”
L’arzillo fibbianese si alza e si dirige al bancone e torna felice e contento.
Mentre chiacchieriamo tra noi si presenta il gestore con 2 souvlaki e 2 birre.
“No TU SBAGLIATO, 1 souvlaki e 1 birra e non 2 di tutto.”
“NO… No… IO GIUSTO” ci risponde serafico il servizievole
greco
“Sandrino
cosa cazzo hai ordinato?”
“Noe’, io ho detto tutto giusto” afferma con fare sicuro la pustola
empolese.
E per farci capire mima anche il gesto che lo rendera’ famoso nella storia.
“GLI HO DETTO
ONE SOUVLAKY E ONE BEER”
Il problema che mentre ripete la frase le dita alzate della mano destra sono due( indice medio) . E meno male che il mignolino era rimasto al suo posto.
E meno male che l’equivoco non e’ stato completo in quanto le due dita si alzano all’affermazione ONE SOUVLAKI per riabbassarsi e rialzarsi successivamente durante la seconda richiesta ONE BEER. Il tutto , ad essere pignoli, poteva essere interpretato come 4 souvlaki e 4 birre.
CRETINO, FAVA, etc. etc. Le urla si sommano alle pacchine che volano. Guidone sottolinea il suo disappunto lanciando per terra il solito cappellino.
Il primo a riprendere il controllo sono io e rivoltomi al perplesso connazionale di Achille.
“SENTI ME, O TI RIPORTI TUTTO
INDIETRO OPPURE CI OFFRI UN SOUVLAKI E UNA BIRRA !!!”
In questo modo nessuno puo’ accusami di voler approfittare dell’ellenico. Lascio una scelta, faccio appello al suo libero arbitrio.
L’acheo rimane perplesso e poi capisce l’equivoco. Inizia ridere a crepapelle e ci lascia il tutto gratis.
Mangiamo e quando usciamo il padrone ci saluta con due dita della mano destra alzate e ridendo ci urla
ONE SOUVLAKJ e ONE BEER !!!!!!.
Via al porto per
l’imbarco.
Traghettopulos veramente fetido. Praticamente un pianale galleggiante con i posti a sedere posizionati ai lati dell’imbarcazione proprio sopra il ponte di parcheggio per gli autoveicoli.
Il Mar Egeo si apre davanti a noi, e con il mar Egeo si aprono davanti a noi giorni e giorni di spensierata vacanza e divertimento. Per aiutare il fato decidiamo di investire gli spiccioli avanzati dal pranzo per una offerta votiva al Dio Scaletta. Lanciamo speranzosi le nostre residue fortune dalla fiancata del traghetto nell’azzurro sottostante.
Viaggio, scomodo e come tale ci appare eterno. Ma non per tutti.
Marco e Guido hanno attaccato discorso con una bionda nibelunga di nome Marianna che, dal suo atteggiamento, pare starci.
E Vai si comincia bene !!! Non siamo nemmeno arrivati e già le donne fanno la fila per noi.
La notte ci avvolge mentre stiamo entrando nel porto di Skiatos. Scendiamo dal traghetto e siamo circondati da un gruppo di vecchiette che ci promettono comode sistemazioni in case del villaggio.
Evio per la verita’ spinge per sostituire le nostre tende con un comodo soffitto in muratura ma noi duri e puri ( io per primo)
CAMPEGGIO DEVE ESSERE
E CAMPEGGIO SIA PERDIO !!!!!
Probabilmente e’ da allora che al bitorzoluto genovese e’ rimasto, nei miei confronti, un bisogno di vendetta che solo dopo moltissimi anni riuscirà a soddisfare con un picnic all’aperto in cima ad un monte austriaco e in piena tormenta.
Ci mettiamo in cerca di un campeggio che sicuramente deve essere nelle vicinanza e nel frattempo Marianna si e’ aggregata al gruppo
L’ora è tarda e non c’e’ molta gente a giro per chiedere informazioni sull’ubicazione di un campeggio e quindi ci rechiamo a quella che dovrebbe essere una stazione di taxi. La si riconosce in quanto in mezzo ad una piazza deserta e’ presente un palo sormontato da un’ asse di legno con sopra scritto TAXI.
Dopo una buona mezzoretta si presenta una macchina che parcheggia sotto il palo. Immediatamente ci lanciamo a chiedere informazioni sul come chiamare un taxi e l’energumeno alla guida ci fulmina con lo sguardo e ci fa capire che lui e’ il TAXI.
Ma va là !!! E questa sarebbe la Grecia moderna ?
Spieghiamo quali sono le nostre esigenze e poi montiamo a bordo del veicolo.
Già ma tutti non ci stiamo. E che problema c’e’? Il supposto tassista ci lascia da soli un momento e ritorna poco dopo con un suo amico, anche lui alla guida di un riconoscibilissimo taxi.
Ci stipiamo nelle due autovetture e via nella notte greca in cerca di un appezzamento di terreno dove piantare le tende.
In qualsiasi posto di mare che si rispetti i campeggi si trovano nelle vicinanza di un posto abitato ma noi non eravamo in un normale posto di mare.
NOI eravamo a Skiatos e avevamo scelto tale localita’ perche’ ce l’aveva detto Pippo e questo particolare faceva la differenza.
Infatti ci facciamo 20 minuti abbondanti di viaggio sballottati a destra e sinistra ad ognuna delle 300 curve che incontriamo sul percorso. Ad un certo punto l’auto che ci precede lascia la strada asfaltata e si getta in un viottolo di campagna. Iniziamo a percorrere questo stretto tratturo a velocita’ folle. Il nostro sguardo non riesce a percepire che alberi e macchia ai bordi dello stradello e qualcuno di noi commenta a voce alta.
Oh ragazzi, ma dove cazzo ci
portano questi greci? Che ne dite se tiriamo fuori dagli zaini qualcosa atto a difenderci
da una rapina?
Non che la cosa ci preoccupi a bestia. Siamo in 7 e tutti ben piazzati ma un certo nervosismo inizia a farsi avanti . Io mi ricordo benissimo che avevo a portata di mano il mazzolo per piantare i picchetti delle tende e con quello in mano mi sentivo in gradi di difendermi da qualsiasi tipo di aggressione.
Delle luci in
lontananza! Forse ci siamo !
Ed ecco infatti , che con una brusca frenata ci fermiamo davanti a un baracchino in legno con sopra un insegna , anch’essa in legno che riporta la scritta RECEPTION.
Pagati i tassisti ci avviciniamo alla direzione per affittare il posto tenda.
La situazione è abbastanza surreale. Intorno a noi un buio talmente buio che più buio non si può. Delle tende del supposto campeggio nemmeno l’ombra ma, soprattutto, nessuno alla reception che a dire il vero si presenta molto artigianale e sciattamente desolata.
Ma ecco che una porta si apre e appare una giovane donna che ci accoglie con quello che sarà nei giorni futuri il nostro grido di battaglia.
PARAKALO’ !!!! PARAKALA’ !!!!
Spieghiamo velocemente le nostre esigenze e questa, dopo averci fatti capire che di prezzi si parla l’indomani, ci dice che possiamo andare a piantare le tende, e nel darci il benvenuto nel campeggio ci indica dove esso sia.
Alza, STANCAMENTE,
il braccio destro e con esso anche la mano destra. Dalla mano destra spunta l’indice
destro che puntando verso il buio ci fa’ capire che prima di dormire dovremo
partecipare ad una caccia al tesoro che avrà come premio finale la scoperta di DOVE CAZZO PIANTARE LE NOSTRE TENDE .
Di noi solo Paolo M. e Paolo R. hanno passati di campeggiatori e risoluti si indirizzano all’ estrema periferia della zona recintata.
Vecchio trucco da esperti campeggiatori. Piantando l’accampamento lontano dalla zona centrale avremo pace e tranquillita’.
Ci fermiamo quando troviamo la recinzione e li’, sotto alcuni ulivi, strabiliamo la zona di nostra competenza.
Qualche martellata a caso, due paletti infissi in terra ellenica e …..
ALT !!!! prima di andare a dormire bisogna parlare di Marianna.
Come detto prima la nibelunga si era aggregata al nostro gruppo e avendo eletto Guidone quale suo unico interlocutore e portavoce veniva considerata dal gruppo PREDA di capotondo.
Credo che a questo punto, per dovere di cronaca, urga una descrizione sommaria del nostro rapporto di allora con le donne.
Capisco che, con ciò che e’ stato letto sino ad ora, il nostro gruppo possa essere considerato un’ accozzaglia di potenziali stupratori. Ma non era cosi’. Eravamo semplicemente un branco di SFICATI. E come tutti i branchi di sficati parlavamo dell’altro sesso in un certo modo solo per farci forza.
Non che a poco più di 20 anni uno si perda in tanti ragionamenti romantici, anche perche’ di amori platonici ne eravamo pieni, ma questo continuo richiamo al sesso non e’ giusto che sia scambiato per bieco materialismo.
Avevamo un anima anche noi !!!! Anche se facevamo di tutto per nasconderla.
Comunque riprendiamo da Marianna.
E l’Unna dove cazzo dorme
stanotte?
La domanda era fatta ad un addormentato Marco che, quale compagno di tenda di Guido, era la vittima sacrificale di quella notte.
“Boh”. Rispondeva lo stanco romano “Stamo a vede”.
Finalmente tutto e’ pronto.
Io, Paolo M. e Sandrino nella tenda centrale. Evio e Paolo R. alla nostra destra e all’estrema sinistra Guido e Marianna con l’appoggio esterno di Marco.
E con questa disposizione quasi parlamentare i nostri corpi sono accolti dai sacchi a pelo diacci marmati.
A domani
RONF RONF
BEEEEEEE !! SDLEDEDEN !!!!
BEEEEEEE!! SDLELEDEN !!!!!
BEEEEEE!! SDLEDEDEN !!!