L’ampia diatriba di recente scatenatasi negli ambienti politici e clericali in ordine all’insegnamento scolastico della religione, non ha ancora visto emergere quello che a mio parere costituisce un tema essenziale: l’esigenza, cioè, di rendere l’insegnamento in questione maggiormente costruttivo, attraverso una revisione delle tematiche religiose tale da inquadrarle in un’ottica più moderna e aderente all’attuale realtà. Si rischia altrimenti di mostrare la religione ‑ specie agli scolari più giovani ‑ come una sorta di insieme di favole, ben narrate, ma scarsamente plausibili per un ragazzo alle soglie del duemila. Una visione più moderna e realistica favorirebbe quindi ‑ ed è qui la mia proposta ‑ l’introduzione dell’ora di religione anche nelle Università. Ed è in questo contesto e con queste finalità che apporto il mio contributo didattico attraverso

 

J U S  J E S U S

 

ossia una revisione critico‑giuridica di alcune vicende terrene di Cristo.

Già in ordine alla sua paternità sorgono alcune complicazioni: per secoli e secoli l’apparente contrasto fra la verginità di Maria ed il concepimento di Gesù ha poggiato sull’ipotesi del “miracolo”; le più recenti esperienze in ordine alla fecondazione artificiale, tuttavia, se consentono da un lato di ricondurre tale situazione entro i binari di una certa logica scientifica, dall’altro scatenano inquietanti dubbi in ordine alla giuridica paternità del soggetto: è il marito, o il portatore del seme? La prima ipotesi pare da scartare, in quanto richiederebbe sin troppi approfondimenti in ordine all’educazione sessuale del buon Giuseppe; la seconda, invece, riconducendo alla figura di tal Gabriele, porta in un vicolo cieco in quanto, essendo egli Angelo, è un casino stabilirne il sesso. Il problema, in sostanza, rimane insoluto, anche se recenti accadimenti “miracolosi” fanno avanzare timidamente una terza ipotesi: sarà mica stato Maradona?

Altra questione da approfondire è legata all’ “acqua trasformata in vino” (Giovanni, 2‑9) ed offerta ai convitati alle nozze di Cana. Qui non è in discussione l’operazione in sé, quanto la colpevole distrazione dei competenti organi che, di fronte a un fatto di risonanza universale, non hanno adottato tempestivamente gli opportuni provvedimenti coercitivi. Non ci risulta infatti che Gesù fosse stato in possesso delle prescritte licenze per la produzione ed il commercio di bevande alcoliche; né che avesse provveduto al pagamento dell’imposta di fabbricazione degli spiriti; né, infine, che avesse ottemperato alle norme igienico‑sanitarie legate allo smercio del vino. Quest’ultimo inadempimento, tuttavia, è meno grave, in quanto, essendo il complicatissimo controllo in materia demandato ai vigili urbani, è perfettamente lecito ritenere che Gesù avesse la matematica certezza di farla franca.

Nessun dubbio sull’infedele dichiarazione dei redditi e sulla conseguente grave evasione fiscale legata alla moltiplicazione dei pani e dei pesci: l’avere dichiarato “cinque pani e due pesci” (Giovanni, 6‑9), peraltro privi di regolare bolla di accompagnamento per beni viaggianti, e averci sfamato “circa cinquemila persone” (Giovanni, 6‑10) di razza diversa dalla biafrana, induce inevitabilmente a ritenere mendace la valutazione di quanto prodotto nel corso dell’anno fiscale da parte dell’azienda.

E meriterebbe più di un semplice accenno l’insieme delle problematiche di diritto marittimo internazionale legate alla camminata di Gesù sul mare (Giovanni, 6‑19): nelle acque medio-orientali, infatti, la nostra Perseo ha già il suo daffare a tenere d’occhio i pasdaran.

Se la guarigione degli infermi (Giovanni, 5‑8) e la resurrezione di Lazzaro (Giovanni, 11‑43), essendo giunti a buon fine ed essendo ispirati da giusti ideali di bontà e di carità, non creano alcun problema di carattere etico, altrettanto non può dirsi da un punto di vista giuridico: l’esercizio della professione medica, infatti, richiede necessariamente l’iscrizione ad apposito albo professionale. Ora, considerando che presupposto imprescindibile per detta iscrizione è una laurea in Medicina e Chirurgia o, in alternativa, in Stregoneria e Magia; e considerando altresì che la Bibbia, qualora Gesù si fosse laureato, non avrebbe sicuramente mancato di esprimersi in termini di “Dr. Gesù”, possiamo concludere che, anche in questo caso, vi sono forti dubbi sulla liceità delle succitate operazioni.

Un chiaro caso di attentato alla Costituzione si ha con la cacciata dei mercanti dal Tempio (Giovanni, 2‑14): l’art. 41, che tutela e garantisce l’iniziativa economica privata, appare infatti calpestato; considerando poi che fra i cacciati vi erano anche i cambiavalute, l’operazione rischia di suscitare un notevole senso di sfiducia da parte dei risparmiatori nei confronti delle istituzioni bancarie. Con tutte le gravi conseguenze per l’economia degli Ebrei.

Non sappiamo se Gesù fu condotto sulla Croce anche per il concorso di questi illeciti: la risposta richiederebbe un attento esame dell’albero genealogico dell’on. Visentini, un cui avo potrebbe essere stato addirittura Caifa. La soluzione, peraltro, svelerebbe anche molti misteri legati al decesso di Giuda, sinora ritenuto un suicidio. Ma ne siamo sicuri? Non ci dimentichiamo che egli ha percepito ben trenta denari a titolo di corrispettivo per prestazioni di lavoro autonomo, senza rilasciare neanche uno straccio di fattura o di ricevuta fiscale...