E così ci risiamo: stiamo per riprendere
il discorso interrotto mesi fa, non ricordo neanche quanto tempo fa; forse
Pasqua? Comunque, eccoci qui. Sinceramente non pensavo
che il “Rutto della Vigna” potesse uscire ancora, o quantomeno non entro
quest’anno: infatti, personalmente, in questi giorni a tutto pensavo fuorché al
“Rutto”, quando l’altra sera mi telefona il buon Fabio che, dicendomi come il
“Rutto” stia invece approssimandosi ad uscire nuovamente, mi invita
a scriverne il “fondo”.
Bene,
secondo me questo è un numero che si deve porre ai nostri occhi sotto un
duplice aspetto, e precisamente il primo risiede nell’ovvia precarietà di
questo nuovo numero, chiaramente dovuta all’improvviso (perlomeno per me)
ritorno di fiamma per il nostro giornale, che, riportandoci così subitaneamente
ai nostri doveri di editori, impedisce una specifica
programmazione degli articoli, così da non far risultare particolarmente
omogeneo questo numero.
Il
secondo aspetto, quello che mi fa particolarmente piacere, è che questo è per
un certo verso un numero storico. E’ da ritenersi infatti
una specie di “numero uno”. E’ il numero della rifondazione? Forse, come vi
dicevo prima, io sono stato sorpreso dal fatto che ci fosse ancora volontà e
tempo sottratto agli impegni personali per occuparsi del nostro “Foglio”, e di
questo spero saranno contenti i nostri lettori che “numerosi” hanno chiesto
notizie in questi mesi scorsi. Ci ritroviamo di fronte ad una ritrovata unità di intenti, dopo avere superato uno dei periodi più oscuri
della nostra vita sociale, oppure ci troviamo di fronte agli sgoccioli di quella
che per molti di noi è stata una felice stagione di vita e di goliardia? Non lo
so, e non lo voglio sapere; i problemi da superare sono ancora tanti, ma voglio
dire che, in ogni caso, il ritorno del “Foglio” è importante perché segna senza
dubbio il nostro ritorno ad una dimensione che è a noi molto più confacente e
strettamente personale e che spero ci possa appartenere per sempre.
Per
il resto, c’è tempo per meditare.
Welcome
back “The Burp”
IL
BABBO DIRETTORE