Ultimo dell’anno

 

Ne abbiamo passati molti di ultimi dell’anno assieme, molti divertenti alcuni unici uno surreale.

Ma stavolta non voglio parlare di un ultimo dell’anno passato tutti assieme ma di un 31 dicembre inizialmente passato in modo diviso . Io e Fabio a Firenze e il restante gruppo dei Saggi a San Gimignano.

 Non mi ricordo il motivo per cui Io e Fabio avevamo deciso che per quell’anno non avremmo aderito all’ecumene sangimignanese ma ci saremmo arrangiati per gli affari nostri in quel di Firenze. O meglio i miei motivi me li ricordo benissimo ma non credo di averveli mai raccontati.

A quel tempo stavo con la Cristina  e avevo deciso che la notte dell’ultimo dell’anno l’avrei passata a casa sua al fine di assaporare il famoso detto che “ chi pipa il primo dell’anno pipa tutto l’anno”. Naturalmente se i miei genitori avessero scoperto che la festa era a  San Gimignano avrebbero rizzato casino se avessi preso la macchina alle 3 di notte per tornare a Firenze. “ ma sei matto , assolutamente no rimani a dormire da Zia” oppure “ se torni a Firenze vieni a dormire a casa”. Insomma avevo l’esigenza di festeggiare a Firenze in modo da non sbattermi a spiegare a Cecchino che la notte dell’ultimo dell’anno volevo pipare come un riccio.

Nei giorni precedenti il 31 io e Fabio abbiamo cercato di infilarci a qualsiasi festa ci capitasse a tiro ma non era semplice, eravamo due sbandati, senza arte ne parte e soprattutto avevamo ormai preso per il culo mezza Firenze e quindi gli inviti non fioccavano.

 

Una cosa era certa comunque.

 

A una certa ora avremmo fatto cenerentola e saremmo partiti per Sangi al fine di finire la serata ed iniziare il nuovo anno con i Saggi.

sai amore, finalmente conoscerai i miei amici di Sangi, sono tutti bravi ragazzi. Sono felice di portarti a conoscergli” dicevo a Cristina. “ mi raccomando, porto la mia ragazza per la prima volta non facciamo le solite figure di merda” ripetevo ai Saggi in quel di Sangi.

Orbene sera del 31, io, Fabio e Cristina ci rechiamo ad una festa di compagni di studi di Fabio in una casa molto signorile in pieno centro fiorentino. Mi ricordo che Cristina era magnifica, Fabio era perfetto in giacca e cravatta io come al solito mi distinguevo . La festa come dicevo era organizzata da compagni di studi di Fabio, quindi tutte cacchine proiettate verso le peggio professioni affamatrici del popolo lavoratore. Ergo giacchette che pareva piovesse,e cravatte che pareva grandinasse.

 

Io maglione, jeans e capelli lavati( il massimo che concedevo alla forma in quei giorni).

 

DUE PALLE che non vi dico, anzi no ve lo dico CHE PALLE !!!!

Insomma non vedevo l’ora che arrivasse mezzanotte, e con me ad onor del vero anche Fabio. La Cristina invece pareva a suo agio ma a noi ci importava una bella ….. se lei si divertiva, noi NO e tanto ci bastava.

 

Dal balcone di questa casa avevamo una bellissima vista sulla basilica ortodossa di Firenze, io accortomene tutte le volte che mi scappava pipi mi recavo sul balcone e pisciavo di sotto nel giardino della chiesa al fine di spiegare al mondo la mia totale disapprovazione verso lo scisma di oriente e tutto cio’ che aveva arrecato, di brutto, al mondo occidentale e soprattutto a me che negli anni di liceo avevo agguantato un bel 4 in storia proprio a causa dei merdosi ortodossi e delle loro avventure religiose.

 

00.30 del 1/1  E’ stato bello ragazzi, grazie e buon anno 

Slam portone chiuso “ andate a fanculo voi, le giacchette, le cravatte, gli ortodossi e anche il balcone ora si va’ a divertirsi” Via con l’Amerigo lungo la superstrada vuota in direzione Sangi”.

Ovvia  Cristina sei emozionata ? dai amore non ti preoccupare vedrai ti metteranno subito a tuo agio” “ non vedo l’ora che tu li conosca, sono unici” e cosi’ via.

Il viaggio verso la meta collinare fu’ ricco di queso tipo di discorsi con enfatizzazione del gruppo sangimignanese e della calda accoglienza che ci avrebbe riservato. Nota importante Fabio era sobrio, e fino a qui niente di strano, ma anche io ero sobrio e questo invece era alquanto strano, anzi stranissimo”

Eccoci arrivati in Via  Cannicci.

 Eccoci emozionati sotto il portone di Ubi, parcheggiamo e scendiamo. La notte e’ umida e fredda, qualche goccia di pioggia scende  calma calma a ricordarci che comunque sono le 1.30 della notte del 01/01 .Cristina in tacchi alti e vestito lungo si avvicina ai gradini davanti all’ingresso, io emozionato non vedo l’ora di ritrovare i miei amici. Quando !!!!

Quando dal portone esce il Malenotti, briaco come un tegolo e incazzato ancor di piu’ che riconosciutici se ne esce fuori cosi!

porca M… BIP ma ndo cazzo eravate, non vi ho visto per tutta la festa

Ma Paolo per forza non ci hai visto non c’eravamo, te piuttosto dove vai?”

Vado al Gatto a Certaldo a vedere se rimorchio qualche maiala, stasera e un la danno nemmeno a pregare” “ oh questa chi è “ rivolto a Cristina

ma la da’ o no?”.

 no Paolo e un la da

allora vo’ al gatto e vi vado nel culo a voi e a quelle merdose di sopra.”

Mi scuso per il linguaggio poco forbito ma edulcorare ancor di piu’ mi e’ impossibile al fine di rendere comprensibile lo sbalordimento e la sensazione di disagio della povera figliola.

Saliamo i gradini ed entriamo in casa, lungo corridoio, prima stanza a sinistra Ubi e un altro suo amico riversi su due divani che apparentemente dormono un sonno profondo circondati dal loro vomito. Andiamo avanti e incontriamo Evio. “ Ciao Evione buon anno, ma come mai Ubi dorme?”

Non dorme un ora fa’ si e’ fatto una pera con il suo amico, hanno cominciato a vomitare ed ora dormono sonni artificiali”.

 Cazzarola , come inizio non c’e’ male. Guardo Cristina e mi domando come mai questa strana luce presente nel corridoio la faccia apparire cosi’ pallida.

Entriamo in una stanza dove ci sono Tirone e Guido seduti su due seggiole a chiacchera. Guidone e’ uno spettacolo, pantalone scuro, camicia bianca sbottonata sulla pancia pelosa e cravatta allentata, morbidamente adagiata sulle sue spalle.

I soliti convenevoli e presentazioni di rito. Naturalmente abbiamo ancora indosso i cappotti, e Guido solerte si lancia su Cristina prendendo il suo al fine di sistemarlo nell’apposito guardaroba. Tale guardaroba non e’ altro che un divano sito nella solita stanza totalmente ingombro da una pila di giubbotti, cappotti giacchette. Guidone lo guarda schifato da tale disordine e decide che il cappotto della ragazza del suo amico deve trovare miglior collocazione di quella schifosissima pila di abiti.

scusa puoi tenere” e rende il cappotto a Cristina,

 apre la finestra che da’ negli orti tre piani sottostanti, afferra la pila e la getta tranquillamente di sotto. Fatta pulizia sul divano riprende il cappotto della mia ragazza e lo depone amorevolmente sul divano ormai sgombro. Con  la naturalezza che da sempre contraddistingueva Guidone riprende il discorso interrotto con Tirone.

Io d’altro canto inizio a preoccuparmi del fatto che quello che appariva sulla faccia di Cristina non fosse una “ relassatio mandibola” ma bensi’  una paresi a frigore della mandibola. Insomma Cristina era rimasta a bocca aperta e non voleva richiuderla.

Ci immergiamo nella festa, vomito in tutte le stanza, bottiglie vuote di superalcolici utilizzati come soprammobili, portacenere fermacarte. Coppie che trombano dappertutto ( naturalmente nessun Saggio sta’ sprecando il suo tempi in questa attivita’), briachi che si aggirano per le stanze  come zombie. Insomma una tipica nostra festa, niente di nuovo sotto le stelle o meglio quasi niente. Questa volta ero sobrio e mi rendevo conto di quanto mi circondava e iniziavo ad essere in imbarazzo, ma poco poco intendiamoci.

Ad un certo punto da un cesso se ne esce uno mai visto e conosciuto, che con una cadenza genovese mi chiede piuttosto alterato cho cazzo fossi mai io.

 IO ???????      Ma P.M. chi cazzo sei tu faccia di culo.

Come ti permetti di rivolgerti ad un Saggio con  questa protervia brutto schizzo di testicolo, gli rispondo con la calma e la tranquillita’ che mi ha reso famoso  nel mondo.

Questo, briaco come un tegolo continua ancora piu’ incazzato chiedendomi se avevo messo la mia quota per la festa. Avutane risposta negativa mi toglie dalle mani il bicchiere con un abbondante dose di bombardone e se ne esce dalla stanza. La presenza della mia ragazza e soprattutto le braccia di Fabio mi impedirono di fare cio’ che era giusto e naturale fare, attaccarmi al collo della fava sino a fargli sputare i polmoni.

Ormai la festa era gia’ finita nel senso che il 95% dei partecipanti era fuori uso. Ci guardiamo con Fabio e decidiamo di tornare a Firenze. Salutiamo Guido e Tirone , uniche persone sveglie riprendiamo i cappotti che ritroviamo con sollievo ancora dentro casa e non adagiati sul qualche albero tre piani di sotto. Scendiamo le scale e siamo fuori, esposti al freddo sangimiganese che ci rincuora l’animo con odori a noi conosciuti e cari. 

 

“ P.M. e un c’era nemmeno una maiala al Gatto” si sente urlare nella notte ed ecco comparire il Malennoti che  quanto pare era andato in bianco anche a Certaldo. Si presenta davanti a noi e….

Ma Porco.D.  ndo’ cazzo eravate non vi ho visto per tutta la festa

Oh Paolo e s’era chiusi nel cesso a trombare

Con chi ?con questa troia, che me la dai anche a me?”

Buonanotte Poolo e buon anno” ……………+